

La gravidanza è un viaggio meraviglioso verso la vita e, nonostante la scienza e la tecnologia ci racconti le evoluzioni del feto attimo dopo attimo, quando guardi per la prima volta tuo figlio e lo tieni tra le braccia tutto ciò che sapevi e fantasticavi di lui durante i mesi dell’attesa si vanifica per trasformarsi in nuove concrete emozioni. In quelle quaranta settimane (durata regolare di una gravidanza) il grembo della donna è protagonista di evoluzioni continue, meno evidenti nei primissimi mesi, particolarmente attrattive negli ultimi, tanto da attirare spesso attenzioni affettuose anche da parte di sconosciuti, insomma, un vero e proprio miracolo dopo l’altro! Da embrione si trasforma in una piccola cellula per diventare un piccolo uomo o una piccola donna, cullato da un liquido che lo avvolge per tutti i nove mesi, lo protegge da traumi e da infezioni, lo tiene al caldo, gli consente di allenare l’apparato digerente e, al momento del parto, lo aiuta a uscire dalla pancia della mamma. Il liquido amniotico che, parafrasando un’immagine collettiva, è la “piscina naturale” dove il nostro bimbo trascorre i mesi della sua primissima formazione prima di venire alla luce.
Acqua, Vita! Proprio così! Sarà forse per questo che, sempre più gestanti, decidono di partorire in acqua?
Studi internazionali confermano che per alleviare i dolori del parto in modo naturale basti scegliere di partorire in acqua. In acqua i tessuti del canale vaginale sono infatti più elastici (si stirano più facilmente) e il ricorso all’episiotomia, l’incisione effettuata per favorire la fuoriuscita del bambino, non è quasi mai necessaria fino a non scegliere neppure di ricorrere all’anestesia peridurale (partoanelgesia). L’immersione favorisce lo stato di rilassamento e di riflesso la produzione di endorfine, i cosiddetti ormoni del piacere, che hanno un effetto analgesico diminuendo al contrario le catecolamine, normalmente prodotte in situazioni di tensione e di stress.
Il travaglio e il parto però sono due momenti ben distinti. Tanti medici si dividono su questo punto ma è dimostrato che tentare di mettere al mondo un figlio sott’acqua non aumenta il rischio delle complicazioni se ci sono condizioni favorevoli sin dall’inizio ma, altra domanda spontanea, quali sono quindi i criteri che possono permettere ad una donna di partorire in acqua?
Prima di tutto la gravidanza deve essere fisiologica (cioè non a rischio) e non deve essere gemellare, deve essere a termine (37-41 settimane) e il bambino deve avere la giusta presentazione cefalica (non podalica o trasversa). I test sierologici (come quello per HIV) devono essere risultati negativi per la salvaguardia degli operatori, non dev’essere in corso alcuna infezioni cutanea e febbre ed inoltre il travaglio deve essere ben avviato.
Le vasche utilizzate hanno una capienza almeno di seicento litri: più la donna riesce a immergersi, infatti, maggiore è la spinta idrostatica e quindi l’effetto di sostegno esercitato dall’acqua e devono essere in vetroresina, un materiale molto liscio e resistente che può, quindi, essere perfettamente igienizzato. L’acqua dev’essere abbastanza calda (tra i 36° e i 37°) e la temperatura deve rimanere costante per tutta la durata del travaglio e del parto. Il ricambio dev’essere continuo in modo che l’acqua risulti sempre perfettamente pulita. Durante il travaglio e il parto, infatti, si verificano emissioni di urine, feci, sangue e liquido amniotico. Per questo motivo, è assolutamente indispensabile la presenza di un dispositivo che permetta di cambiare velocemente l’acqua perché sia sempre perfettamente pulita, garantendo, quindi, l’igiene necessaria per la mamma e per il bambino al momento della nascita. Ultima domanda per nulla scontata e meno importante delle altre: e il bambino? Non c’è il pericolo che, una volta nato, ingerisca un po’ d’acqua? In realtà, il bebè non respira fino a quando non entra in contatto con l’aria e questo grazie a un riflesso automatico, il diving-reflex, che fa sì che la glottide rimanga chiusa.
“Il mistero si è fatto carne” e, finalmente, tra le braccia della mamma e lo sguardo attendo del papà si tranquillizza. Adesso la famiglia è tutta insieme e come nelle migliori favole… vissero felici e contenti, coccolati dall’acqua!