

Ultimamente ci stiamo interrogando sempre di più sui danni provocati dalla plastica che soffoca e uccide.
Purtroppo tra questi vi è l’allarme estinzione per diverse specie animali. Il problema dell’inquinamento dovuto alla plastica è palese e davanti ai nostri occhi. Il WWF afferma che ad oggi esistano cinque gigantesche “isole di plastica” create dai nostri rifiuti abbandonati in mare e trasportati dalle correnti. Due nell’Oceano Pacifico, due nell’Atlantico e una nell’Indiano.
Non di meno è il Mar Mediterraneo, considerato una vera e propria “zuppa d plastica”, come afferma sempre il WWF. Basti pensare che nel Mare Nostrum, che rappresenta l’1% delle acque mondiali, si concentra il 7% della microplastica globale.Oltre al grave danno ambientale in corso, il pericolo concreto lo hanno tutte le specie animali che vivono in mare.
Espansione dell’uomo
L’Università di Yale, con uno studio realizzato e pubblicato su Nature Climate Change, afferma che se non cambiamo rotta drasticamente, entro il 2070 vi saranno un totale di 1.700 specie di anfibi, mammiferi e uccelli a serio rischio d’estinzione. Sempre da questo studio emerge che questo vero e proprio dramma scaturisce dall’espansione incontrollata dell’uomo.
“Le nostre ricerche hanno collegato gli scenari plausibili futuri dell’espansione
umana con le loro implicazioni sulla biodiversità. Le nostre analisi ci consentono di
affermare che i cambiamenti associati alla copertura del suolo causeranno un calo
della gamma di habitat nelle specie di tutto il mondo e conseguentemente il pericolo
per la loro sopravvivenza”.
Walter Jetz – coautore e professore di ecologia e biologia evolutiva e di studi forestali
e ambientali a Yale.
Specie a rischio
A causa della plastica sono a serio rischio d’estinzione differenti specie che popolano le acque. Secondo il WWF la plastica costituisce il 90% dei danni alle creature marine per un totale di circa 700 specie marine a rischio d’estinzione.
La plastica costituisce una vera e propria trappola per le specie marine. Gli imballaggi, le buste, anelli di plastica sono i principali agenti di morte per oltre 344 specie in tutto il mondo. Gli animali si trovano impossibilitati a mangiare, fuggire dai predatori e addirittura respirare causando la terribile morte per soffocamento o fame.
Oltre a queste problematiche c’è il fatto che molte specie ingeriscono questi materiali, soprattutto le microplastiche. Agenti derivanti dal lento scioglimento dei materiali plastici.
• Tutte le specie di tartarughe presentano plastica nello stomaco.
• Oltre il 90% degli uccelli ha nello stomaco agenti derivanti da plastica.
• Nelle ostriche e nelle cozze sono stati trovati frammenti di plastica.
Le microplastiche vengono ingerite direttamente dagli animali e indirettamente, in quanto molti predatori si nutrono di pesci che precedentemente avevano ingerito la plastica. Inoltre le microplastiche causano una sensazione di finta sazietà, portando gli animali a non nutrirsi.
I cetacei
Tra le differenti specie marine a rischio troviamo i Cetacei, duramente colpiti dalla plastica che soffoca e uccide. Il famoso Santuario dei Cetacei o Santuario Pelgos, cioè quella zona marina protetta che si trova a Nord della Corsica, registra un’elevata concentrazione di microplastiche. I plancton presenti, che sono la principale fonte di nutrimento di diversi cetacei tra cui le balene, possiedono un elevato numero di contaminati.
I delfini, da sempre con un’indole estremamente curiosa, si trovano spesso intrappolati in imballaggi di plastica. Questo preclude a loro il naturale movimento e la possibilità di nutrirsi e scappare da predatori.
• Nel Sud del Mediterraneo il 18% di tonni e pesce spada presentano plastica nello stomaco.
• Il 17% degli squali boccanera nelle Isole Baleari presentano lo stesso problema.
Il problema per l’uomo
Se pensiamo che questo problema non gravi sulla salute dell’uomo ci sbagliamo. L’uomo ogni anno consuma ingenti quantità di pesce in famiglia e nei ristoranti. Mangiamo diverse specie animali marine che presentano gravi problemi dovuti alla plastica; dai molluschi fino a specie più grandi.
Basti pensare che consumando cozze e ostriche, l’uomo può arrivare ad ingerire fino ad 11.000 microplastiche in un anno. E noi non siamo esenti dalle problematiche riportate dall’assunzione di queste sostanze. Quali sono i danni?
• Le prove presentate dal DEFRA hanno dimostrato che le particelle più piccole possono persino penetrare le membrane cellulari, così come nei tessuti intestinali.
• Danni all’apparato riproduttivo sia maschile che femminile.
• Durante la gravidanza la donna può trasferire al feto queste sostanze tossiche che possono intaccare il sistema riproduttivo e il cervello causando seri danni permanenti al bambino.
Insomma oltre a distruggere l’ambiente e le specie animali intorno a noi, la plastica soffoca e uccide e rischiamo di distruggere noi stessi. Questo dovrebbe farci capire quanto sia necessaria una totale variazione di rotta. Smettiamola di produrre e consumare plastica in questo modo. Teniamo alla salute del nostro pianeta e alla nostra!
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